Ti diranno che per fare bene il medico devi essere molto preparato e studiare tanto, capire la statistica, parlare inglese, saper padroneggiare la tecnologia, muoverti bene in economia sanitaria. Tutto vero. Ti sentirai dire che è emozionante fare una diagnosi corretta e bellissimo ricevere la gratitudine di un paziente guarito. Tutto vero.Ma quando ti sentirai bucare dagli occhi di un uomo o una donna a cui devi dire che non arriverà a Natale, o che non ci arriverà suo figlio o sua madre, o sua moglie o marito, e se ci arriva non sarà comunque mai più come prima, niente di quello che sai ti farà sentire meno piccolo, meno solo, meno inutile. Lì, in quello spazio e in quel momento, ci sarà solo quello che tu sei. Ci sarà la tua storia, la tua umanità. Io ti auguro di avere paura, e di aver voglia di scappare, perché vorrà dire che sei lì, che non sei già scappato.Questo ti auguro: di uscire dal tuo ospedale o dal tuo ambulatorio sentendo sulla pelle la bellezza del benessere che riesci a restituire, e la verità bruciante del male che non puoi guarire, con pari dignità e pari umiltà. Non importa se dalla gioia della gratitudine o da occhi che verranno a bucarti: fatti comunque trovare.Questo libro è per te che hai deciso di essere un medico. Di stare dentro il tuo camice. Costi quel che costi.