Questo racconto d'incontri, memorie e testimonianze sono la migliore forma di ringraziamento nei riguardi di alcuni "Lama", maestri buddhisti tibetani, incontrati nel triennio 1980 -1982. Ho iniziato cinque anni fa a mettere per scritto alcuni appunti e ricordi degli incontri avvenuti in quel triennio, ma quando ero convinto di essere vicino alla conclusione del racconto in forma diaristica e personale, ho scoperto la relazione fra la Toscana e le antiche fonti buddhiste. Continuando le ricerche e il confronto con alcuni testi medievali come "La Leggenda di Santo Giosafat" di Raniero Pagliaresi, della seconda metà del XIV secolo e la lettura della "Sacra Rappresentazione" ideata da Bernardo Pulci e recitata a Firenze della seconda metà del XV secolo, ho finito col comprendere la sottile e profonda relazione fra la Toscana e il Tibet. A conferma di tale relazione di carattere eminentemente spirituale e teoretica ho avuto modo di raccontare l'altra illuminante vicenda che unisce la Toscana alla vasta e complessa spiritualità praticata nelle lande himalayane che è legata alle vicende del gesuita pistoiese padre Ippolito Desideri, nella prima metà del XVIII secolo. Seguendo il pensiero di Milarepa ho compreso che la consapevolezza trascendente non è discorsiva, essa è aldilà dell'intelletto, proprio come un fiore in cielo.
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