I temi della flessibilità lavorativa, della precarizzazione del lavoro, del rapporto fra lavoro, mercato e produzione sono materia ampiamente dibattuta in campo sociologico, filosofico, economico e politico. In misura minore, sono temi parte della tradizione della ricerca pedagogica. L’intento del volume è quello di costruire un laboratorio riflessivo sulla centralità che il lavoro assume per la vita di ogni donna e di ogni uomo, abitante di un pianeta dove la trasformazione delle attività lavorative sta imponendo radicali cambiamenti negli stili di vita, nella costruzione delle comunità e delle società di appartenenza. Il lavoro non è un concetto astratto, ma incorporato in ogni persona umana che lo esercita e nelle relazioni con cui si lega agli altri. L’uomo, la sua educazione, la sua formazione rappresentano il baricentro di partenza per svolgere una ricognizione pedagogica dentro l’universo “lavoro”, all’interno del rapporto fra condizione umana e vita lavorativa/professionale. Che senso assume il lavoro, oggi, quando si vanno ad osservare i bambini, i giovani, i migranti, i diversamente abili? Che senso assume cioè quando si decentra la visione del suo baricentro nel tempo e nello spazio? I saggi intendono attivare una riflessione agile, ma critica, di carattere sincronico e diacronico, che prendendo le mosse dalle domande di contesto, sul significato del lavoro e sul cambiamento dei luoghi del lavoro, si inoltra verso un’indagine che tocca i soggetti nelle loro specificità di vita e di condizione esistenziale. Saggi di Vanna Boffo, Pietro Causarano, Giovanna Del Gobbo, Emiliano Macinai, Maria Rita Mancaniello, Stefano Oliviero, Maria Ranieri, Clara Silva, Tamara Zappaterra