Una grande tradizione di studi ‒ la storia della filosofia del diritto ‒ nella quale una parte consistente della filosofia giuridica italiana ha dato il meglio di sé, appare oggi indebolita e sfibrata. Si è come affermata l’idea che la posizione originaria dalla quale deve muovere il cammino di chi intenda dedicarsi alla filosofia del diritto sia da cercare stendendo un velo di ignoranza su qualche migliaio di anni di riflessioni sul diritto.
Diacronìa nasce dalla convinzione che la filosofia del diritto, e la cultura giuridica, non possano affrontare criticamente i temi e i problemi all’ordine del giorno senza considerarne storicamente la genesi, le interpretazioni e le stesse soluzioni che si è ritenuto di poterne offrire in precedenza.
La Rivista vuole costituire un luogo aperto, accanto ad altri, di approfondimento e di confronto per tutti coloro che hanno interesse per la storia della riflessione sul diritto ‒ e per le questioni metodologiche ad essa connesse ‒, nelle varie forme e nei diversi modi nei quali essa è stata (o potrà, di volta in volta) essere concepita.
In questo numero:
Presentazione Transizioni
a cura di Alberto Andronico e Tommaso Greco
Pietro Costa, La “transizione”: uno strumento metastoriografico?
Antonio Enrique Pérez Luño, La Conquista del Nuevo mundo y la transición a la modernidad
Stefano Pietropaoli, Vestfalia 1648. La debolezza di un modello, la necessità di un mito
Massimo La Torre, Il convitato di pietra. Carl Schmitt come monito
Gianfrancesco Zanetti, Alcuni aspetti problematici di una nozione contemporanea di storia della filosofia del diritto
Salvatore Amato, Reali presenze
Tommaso Gazzolo, Montesquieu e la pena di morte
Giorgio Ridolfi, Su Cicerone filosofo del diritto
Claudia Atzeni, Per una biografia culturale di Norberto Bobbio
Hans Kelsen, La giustizia platonica (1933), a cura di G. Ridolfi
Diacronìa nasce dalla convinzione che la filosofia del diritto, e la cultura giuridica, non possano affrontare criticamente i temi e i problemi all’ordine del giorno senza considerarne storicamente la genesi, le interpretazioni e le stesse soluzioni che si è ritenuto di poterne offrire in precedenza.
La Rivista vuole costituire un luogo aperto, accanto ad altri, di approfondimento e di confronto per tutti coloro che hanno interesse per la storia della riflessione sul diritto ‒ e per le questioni metodologiche ad essa connesse ‒, nelle varie forme e nei diversi modi nei quali essa è stata (o potrà, di volta in volta) essere concepita.
In questo numero:
Presentazione Transizioni
a cura di Alberto Andronico e Tommaso Greco
Pietro Costa, La “transizione”: uno strumento metastoriografico?
Antonio Enrique Pérez Luño, La Conquista del Nuevo mundo y la transición a la modernidad
Stefano Pietropaoli, Vestfalia 1648. La debolezza di un modello, la necessità di un mito
Massimo La Torre, Il convitato di pietra. Carl Schmitt come monito
Gianfrancesco Zanetti, Alcuni aspetti problematici di una nozione contemporanea di storia della filosofia del diritto
Salvatore Amato, Reali presenze
Tommaso Gazzolo, Montesquieu e la pena di morte
Giorgio Ridolfi, Su Cicerone filosofo del diritto
Claudia Atzeni, Per una biografia culturale di Norberto Bobbio
Hans Kelsen, La giustizia platonica (1933), a cura di G. Ridolfi