Conversazione tra uno psichiatra italiano e il Führer, al Berghof, la residenza estiva di Berchtesgaden, in Baviera, del Cancelliere della Grande Germania. Una riflessione lucida sul dittatore tedesco di origine austriaca, sul nazismo e sui grandi temi del Novecento fondata su documenti originali e su testi classici e moderni dei più grandi studiosi del “fenomeno” Hitler.
Un’analisi spregiudicata della personalità più titanica e gigantesca della storia mondiale.
Il più grande figlio di Germania, il più grande demagogo di tutti i tempi, l’uomo che si innalzava sugli altri come un genio, questo pensarono e dissero di lui i suoi contemporanei. L’uomo più amato e più odiato in vita e in morte, considerato il salvatore d’Europa o la reincarnazione del Demonio, del lupo Fenrir. L’uomo senza emozioni e senza sentimenti, la non-persona che divora il tempo e lo spazio, oppure l’uomo che si immola alla causa sublime della salvezza d’Europa.
L’uomo estremo e rovinoso, l’uomo radicale e apocalittico, l’uomo folle eppure razionale nella sua sconfinata volontà di distruzione, come mai si era visto nella storia universale. Nessun uomo mai ebbe come lui, fino all’ultimo istante della sua vita, un dominio così totale su tutti i suoi sottoposti, su tutto il suo popolo. Non ci fu mai una vera resistenza contro Adolf Hitler.
Per distruggere quest’uomo si è reso necessario quello che i nazisti chiamarono un “osceno concubinato” tra Paesi lontani una galassia tra di loro per visioni del mondo e abitudini di vita.
Con un tono profondamente nichilista che dominava l’intero mondo della sua immaginazione, e che emergeva da un retaggio culturale e morale primitivo, congiuntamente con i sogni messianici di salvezza, con un’azione politica barbarica, quest’uomo provocò uno shock devastante al mondo.
Un confronto originale sui grandi temi del passato e dell’epoca moderna, sul capitalismo e sul comunismo, sulla fine delle grandi ideologie, sulle religioni, sul razzismo, sulle grandi emigrazioni, sui genocidi e sugli stermini di massa, sulla guerra.
Il “fenomeno” Hitler visto da una prospettiva letteraria, attraverso la sua drammatizzazione, con dialoghi, monologhi, soliloqui, cori, riflessioni storiche e filosofiche.
Un’analisi spregiudicata della personalità più titanica e gigantesca della storia mondiale.
Il più grande figlio di Germania, il più grande demagogo di tutti i tempi, l’uomo che si innalzava sugli altri come un genio, questo pensarono e dissero di lui i suoi contemporanei. L’uomo più amato e più odiato in vita e in morte, considerato il salvatore d’Europa o la reincarnazione del Demonio, del lupo Fenrir. L’uomo senza emozioni e senza sentimenti, la non-persona che divora il tempo e lo spazio, oppure l’uomo che si immola alla causa sublime della salvezza d’Europa.
L’uomo estremo e rovinoso, l’uomo radicale e apocalittico, l’uomo folle eppure razionale nella sua sconfinata volontà di distruzione, come mai si era visto nella storia universale. Nessun uomo mai ebbe come lui, fino all’ultimo istante della sua vita, un dominio così totale su tutti i suoi sottoposti, su tutto il suo popolo. Non ci fu mai una vera resistenza contro Adolf Hitler.
Per distruggere quest’uomo si è reso necessario quello che i nazisti chiamarono un “osceno concubinato” tra Paesi lontani una galassia tra di loro per visioni del mondo e abitudini di vita.
Con un tono profondamente nichilista che dominava l’intero mondo della sua immaginazione, e che emergeva da un retaggio culturale e morale primitivo, congiuntamente con i sogni messianici di salvezza, con un’azione politica barbarica, quest’uomo provocò uno shock devastante al mondo.
Un confronto originale sui grandi temi del passato e dell’epoca moderna, sul capitalismo e sul comunismo, sulla fine delle grandi ideologie, sulle religioni, sul razzismo, sulle grandi emigrazioni, sui genocidi e sugli stermini di massa, sulla guerra.
Il “fenomeno” Hitler visto da una prospettiva letteraria, attraverso la sua drammatizzazione, con dialoghi, monologhi, soliloqui, cori, riflessioni storiche e filosofiche.