QUESTO LIBRO È A LAYOUT FISSO
Romanzo storico di Daniel Defoe, Diario dell’anno della peste
costituisce una cronaca fedele dell’epidemia di peste bubbonica
che colpì Londra tra il 1664 e il 1665.
Attraverso una sorta di diario, il narratore alterna fatti, ‘interviste’,
memorie e considerazioni personali, donando un
documento storico che descrive con meticolosità tanti aspetti
dell’epidemia, aspetti che, a distanza di secoli, si sono rivelati
per tutti noi tristemente attuali: dalle ordinanze restrittive
delle autorità per limitare il contagio, tra cui la chiusura delle
abitazioni infette, alle implicazioni economiche e sociali che la
peste ebbe su tutti, in particolare sui ceti meno abbienti.
“Il contagio non si diffondeva tanto a causa dei malati, quanto per via
delle persone apparentemente in buona salute (...) Talvolta il male, in
silenzio, maturava dentro senza dare avvisaglie (...). Queste persone
recavano la morte ovunque andassero, solo con il loro respiro...”.
Nei tristi tempi del coronavirus, la memoria di un’altra terribile
pandemia. Perché sovente guardare al passato ci garantisce
da errori in cui l’uomo tende inevitabilmente a ricadere.
Daniel Defoe (1660 – 1731), padre del romanzo moderno inglese,
ha pubblicato Le avventure di Robinson Crusoe (1719), Memorie
di un cavaliere (1720), Roxana o l’amante fortunata (1724).
Romanzo storico di Daniel Defoe, Diario dell’anno della peste
costituisce una cronaca fedele dell’epidemia di peste bubbonica
che colpì Londra tra il 1664 e il 1665.
Attraverso una sorta di diario, il narratore alterna fatti, ‘interviste’,
memorie e considerazioni personali, donando un
documento storico che descrive con meticolosità tanti aspetti
dell’epidemia, aspetti che, a distanza di secoli, si sono rivelati
per tutti noi tristemente attuali: dalle ordinanze restrittive
delle autorità per limitare il contagio, tra cui la chiusura delle
abitazioni infette, alle implicazioni economiche e sociali che la
peste ebbe su tutti, in particolare sui ceti meno abbienti.
“Il contagio non si diffondeva tanto a causa dei malati, quanto per via
delle persone apparentemente in buona salute (...) Talvolta il male, in
silenzio, maturava dentro senza dare avvisaglie (...). Queste persone
recavano la morte ovunque andassero, solo con il loro respiro...”.
Nei tristi tempi del coronavirus, la memoria di un’altra terribile
pandemia. Perché sovente guardare al passato ci garantisce
da errori in cui l’uomo tende inevitabilmente a ricadere.
Daniel Defoe (1660 – 1731), padre del romanzo moderno inglese,
ha pubblicato Le avventure di Robinson Crusoe (1719), Memorie
di un cavaliere (1720), Roxana o l’amante fortunata (1724).