Ci sono guerre giuste e guerre ingiuste. Questa contro l’Iraq direi che è una guerra quasi giusta (Robert Nozick)
Pubblicato nel 2003, alla vigilia della seconda guerra del Golfo, il presente volume racconta il primo atto di quella guerra, Desert storm, attraverso una raccolta di notizie tratte dai giornali dell’epoca. Si tratta perlopiù di estratti o trafiletti che fanno da contorno alla cronaca della guerra vera e propria. Riportano episodi di volta in volta tragici, comici, surreali, o, più spesso, tutte le tre cose insieme. Fatti marginali nell’economia del conflitto, ma che rendono bene l’atmosfera in cui è stata vissuta la prima guerra postmoderna e aiutano a comprenderne il secondo atto.
"Il più grande spettacolo del mondo
È durata 45 giorni, più o meno come i mondiali di calcio. L’abbiamo vista in tv, ad orari fissi. All’inizio ha avuto altissimi indici di ascolto, calati poi nella fase intermedia e risaliti nel finale. Hanno partecipato più di trenta nazioni, da diversi continenti, da un paio di settimane è finita ed è già entrata nella memoria…: un grande spettacolo che ha fatto un po’ di paura, qualche pietà e un mare di chiacchiere.
…una guerra, una guerra vera e indolore, un kolossal grande quanto una finale all’Olimpico, più drammatica ma di altrettanto pronto consumo. Non resta che ringraziare tutti coloro che hanno fatto in modo che sia andata così, pregando, ciascuno chi vuole, che non ci si ricordi domani di questa guerra come di un film. Solo questo l’Occidente ha visto e vissuto: un film coi buoni sicuramente buoni e cattivi certamente cattivi. In questa fetta di mondo si è realizzato il delitto perfetto: la guerra giusta e indolore. Ce la siamo goduta in tv, tutto sta a non abituarsi." (Repubblica)
Pubblicato nel 2003, alla vigilia della seconda guerra del Golfo, il presente volume racconta il primo atto di quella guerra, Desert storm, attraverso una raccolta di notizie tratte dai giornali dell’epoca. Si tratta perlopiù di estratti o trafiletti che fanno da contorno alla cronaca della guerra vera e propria. Riportano episodi di volta in volta tragici, comici, surreali, o, più spesso, tutte le tre cose insieme. Fatti marginali nell’economia del conflitto, ma che rendono bene l’atmosfera in cui è stata vissuta la prima guerra postmoderna e aiutano a comprenderne il secondo atto.
"Il più grande spettacolo del mondo
È durata 45 giorni, più o meno come i mondiali di calcio. L’abbiamo vista in tv, ad orari fissi. All’inizio ha avuto altissimi indici di ascolto, calati poi nella fase intermedia e risaliti nel finale. Hanno partecipato più di trenta nazioni, da diversi continenti, da un paio di settimane è finita ed è già entrata nella memoria…: un grande spettacolo che ha fatto un po’ di paura, qualche pietà e un mare di chiacchiere.
…una guerra, una guerra vera e indolore, un kolossal grande quanto una finale all’Olimpico, più drammatica ma di altrettanto pronto consumo. Non resta che ringraziare tutti coloro che hanno fatto in modo che sia andata così, pregando, ciascuno chi vuole, che non ci si ricordi domani di questa guerra come di un film. Solo questo l’Occidente ha visto e vissuto: un film coi buoni sicuramente buoni e cattivi certamente cattivi. In questa fetta di mondo si è realizzato il delitto perfetto: la guerra giusta e indolore. Ce la siamo goduta in tv, tutto sta a non abituarsi." (Repubblica)