Il sangue torna a scorrere nel capoluogo pugliese ma una leggerezza e indifferenza levantine, quando non l’omertà, inducono alcuni a continuare a negare, o a sottovalutare, l”esistenza a Bari di una criminalità di tipo mafioso. In questo clima di recrudescenza, da un lato, e di feroce dibattito, dall'altro, appare interessante la testimonianza di un magistrato come Leonardo Rinella il quale ha condotto con successo, tra le numerose altre, due indagini, "Conte Ugolino" e "Canto del Cigno", che dal 1994 al 2002 hanno messo a fuoco per la prima volta e in modo inequivocabile il fenomeno mafioso in Terra di Bari. Le vicende, ricostruite in modo rigoroso e incontrovertibile, vengono raccontate non solo attraverso i ricordi del giudice, ma anche attraverso documenti processuali e registrazioni ambientali. È proprio da una registrazione ambientale, riportata quasi integralmente, che conosciamo per la prima volta il rituale di affilizione all’"onorata società".
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