Molti aspetti della vita ci accomunano gli uni agli altri ma è il nostro e personale modo di guardarli a renderci veramente unici. È possibile che uno schema percettivo determinato diventi coscienza particolare? Questa è una delle domande che anima silenziosamente "Dinamiche della forma". Si parlerà di arte, dell'essere umano e di come questi si uniscano in un continuo scambio reciproco. Il rapporto tra immagine e coscienza è qualcosa di sottile e quasi impercettibile, soprattutto nei casi in cui l'arte ci dia figure rarefatte e interpretabili soggettivamente. Ogni cosa che osserviamo ci apre a un nuovo gioco introspettivo in cui siamo noi stessi a decidere il destino di sensazioni ed emozioni. Il tempo e i ricordi hanno ruoli essenziali in un intricato meccanismo di elaborazione contenutistica. Molte volte ci troviamo di fronte a qualcosa che possiamo capire solo attraverso ciò che fa parte del nostro passato personale: quello che cogliamo è sempre legato alla nostra intimità o, per meglio dire, a quei sentimenti che ci hanno accompagnati e che forse sono ancora con noi nel momento in cui fruiamo visivamente di un'opera. Può l'arte essere veicolo percettivo per creare o animare coscienze al di là delle imposizioni? Un'immaginazione dinamica e uno scambio continuo creano movimento e danno valore a qualcosa che apparentemente non trasmette nulla. La dinamica della forma è l'essenza stessa della vita semplice o complicata che sia: una vita sfumata e meravigliosa con le sue luci e le sue ombre.
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