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Don Chisciotte della Mancia, un testo unico e senza tempo, fonde mirabilmente in un variopinto caleidoscopio fantasia, avventura, storia. Il protagonista, l’hidalgo spagnolo Alonso Quijano, affetto da una sfrenata passione per i racconti e le gesta cavalleresche sfociata infine in pazzia, coinvolge il povero contadino Sancho Panza, divenuto il suo fido scudiero, e il cavallo Ronzinante, in imprese tanto assurde quanto prive di scopo. Lontano ormai dalla realtà scambia, infatti, burattini con demoni, armenti con eserciti di nemici e, in una delle pagine più famose della letteratura mondiale,…mehr

Produktbeschreibung
Don Chisciotte della Mancia, un testo unico e senza tempo, fonde mirabilmente in un variopinto caleidoscopio fantasia, avventura, storia. Il protagonista, l’hidalgo spagnolo Alonso Quijano, affetto da una sfrenata passione per i racconti e le gesta cavalleresche sfociata infine in pazzia, coinvolge il povero contadino Sancho Panza, divenuto il suo fido scudiero, e il cavallo Ronzinante, in imprese tanto assurde quanto prive di scopo. Lontano ormai dalla realtà scambia, infatti, burattini con demoni, armenti con eserciti di nemici e, in una delle pagine più famose della letteratura mondiale, mulini a vento con temibili giganti dalle pale-braccia roteanti. Se fin dal prologo appare chiaro l’intento dell’autore di “abbattere l’autorità e il favore che hanno nel pubblico di tutto il mondo i libri di cavalleria”, è altresì evidente come sotto tale scopo si nasconda la volontà di ridicolizzare la nobiltà dell’epoca non tralasciato una dura critica nei confronti della borghesia. La contrapposizione tra la pazzia dell’hidalgo (nei confronti della quale Cervantes nutre una malcelata simpatia) e la sterile saggezza contadina di Sancho Panza accompagna il lettore lungo l’intero arco della narrazione. Diviso in due parti, pubblicate inizialmente in due momenti differenti, il Don Chisciotte è tuttora riconosciuto come il primo romanzo moderno.

Miguel de Cervantes Saavedra nasce nel 1547 ad Alcalà de Henares. Nel 1564 lo troviamo nella vivace Siviglia, all’epoca porta di accesso con il Nuovo mondo. Quindi è la volta dell’Italia rinascimentale (Firenze, Venezia, Roma). Nel 1572, arruolatosi nella compagnia del capitano Diego de Urbina, partecipa alla battaglia navale di Lepanto contro i turchi durante la quale perde per sempre l’uso della mano sinistra. Dopo un doloroso periodo di prigionia trascorso ad Algeri, nel 1580 fa finalmente ritorno in Spagna. Tra le opere, oltre alle numerose commedie, ricordiamo qui i tre romanzi La Galatea, Don Chisciotte, Persile e Sigismonda. Muore a Madrid il 23 aprile 1616.