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Gente di Dublino (Dubliners), noto anche come I dublinesi, venne pubblicato nel 1914 da Grant Richards, dopo innumerevoli rifiuti da parte di svariate case editrici. Il libro poi venne ritirato dallo stesso editore. In realtà l’opera venne stampata in poco più di mille esemplari nel 1909, ma la tiratura limitata fu successivamente distrutta dallo stesso editore irlandese Maunsel. Inizialmente Dubliners, doveva essere un capitolo dell’Ulisse, ma l’idea venne abbandonata. Fu così che nel 1914 James Joyce iniziò a scrivere Ulisse, un romanzo che terminò sette anni dopo nell’ottobre del 1921…mehr

Produktbeschreibung
Gente di Dublino (Dubliners), noto anche come I dublinesi, venne pubblicato nel 1914 da Grant Richards, dopo innumerevoli rifiuti da parte di svariate case editrici. Il libro poi venne ritirato dallo stesso editore. In realtà l’opera venne stampata in poco più di mille esemplari nel 1909, ma la tiratura limitata fu successivamente distrutta dallo stesso editore irlandese Maunsel. Inizialmente Dubliners, doveva essere un capitolo dell’Ulisse, ma l’idea venne abbandonata. Fu così che nel 1914 James Joyce iniziò a scrivere Ulisse, un romanzo che terminò sette anni dopo nell’ottobre del 1921 e che cambiò per sempre la storia della letteratura mondiale. Questo brano è un omaggio a James Joyce, immaginando di essere con lui nel centro di Dublino, con il rumore della città in movimento che entra dento le nostre teste e apre al flusso di coscienza portando i nostri pensieri in un altrove ipotetico. La struttura dell’opera si apre con una piccola introduzione a corde stoppate che prelude al suono vorticoso, “la città che si muove”, usando la tecnica del “Fingerkuppen”. Successivamente si aprono due melodie ancestrali, “il flusso di coscienza”. Queste melodie sostenute da bassi liberi e sonori sembrano terminare ripiegando su se stesse, ma in realtà sfociano una dentro l’altra con leggere variazioni. La ripresa fa tornare il vorticoso movimento della città, come se nulla al di fuori di noi si fosse realmente fermato. Il finale è affidato a un flebile suono “PPP” in iperacuto armonico, come se ci allontanassimo fisicamente da quel luogo e sentissimo una campanella in lontananza, bisbigliando, forse quella di un tram che passa veloce e porta con sé altri pensieri.
Un’ultima nota... Questo lavoro è dedicato a Carlos Gonzales, liutaio creatore della Soñada e persona il cui flusso di coscienza genera miracoli su legno.
Parigi 14 Aprile 2023 Christian Lavernier