Difficile rimanere indifferenti davanti alla tragica fine di Chris McCandless, narrata da Sean Penn nel suo capolavoro cinematografico Into the Wild (2007). Non tutti sanno però che la scelta del giovane vagabondo di anteporre ai tormenti della società moderna una vita in totale immersione nella Natura Selvaggia fu influenzata soprattutto dal pensiero di due fra le più importanti figure della cultura americana:Henry David Thoreau, il mistico, l’asceta, il filosofo trascendentalista che si ribellò allo Stato e ai suoi valori incoraggiando la Disobbedienza civile. Colui che elevò i boschi del New England a luogo sacro da preservare dalla distruzione della macchina economica.E Jack London, il marinaio, il cercatore d’oro, il socialista lettore di Darwin e Nietzsche, passato alla storia come l’autore di romanzi d’avventura più pagato nella storia di inizio Novecento. Colui che narrò il tentativo dell’uomo di affermarsi come unico vincitore nella spietata lotta per la sopravvivenza contro la Natura Selvaggia del Klondike.Due esistenze distanti che si sono trovate vicine quando, molti anni dopo, un giovane ne annodò i fili insieme a quello della propria sorte decidendo che il “Wilderness” non rappresentava soltanto una ingenua via di fuga, bensì la strada con cui cercare la saggezza e succhiare il midollo della vita.L’intento di questo lavoro è proprio quello di prendere in esame la filosofia di Henry David Thoreau e l’arte di Jack London, analizzarne i rispettivi contesti storico-culturali mettendo gli autori a confronto con le principali correnti di pensiero dell’epoca, senza trascurare un’approfondita ed esaustiva analisi dei loro scritti. Verificare quali tracce hanno lasciato nella storia, cercando di cogliere il significato del loro elogio della Natura selvaggia e il valore dell’alternativa di vita da essi proposta.