La produzione agraria è il risultato delle attività agricole che le società del passato e di oggi svolgono nell’ambiente, mettendo a frutto una parte dell’energia solare nel processo fotosintetico di piante utili all’uomo. Le colture agrarie forniscono una lunga serie di alimenti, una parte dei quali destinati all’allevamento di animali domestici, o un insieme di prodotti non alimentari ma comunque utilizzati dall’uomo per numerosissimi tipi di impieghi (tessile, industriale, ecc.). L’agricoltura, dunque, non coincide con l’agronomia. Questa è una scienza applicata, della quale si può accogliere la seguente articolata definizione di L. Cavazza: “L’agronomia è scienza (o gruppo di scienze) che studia l’influenza – negativa o positiva – che, sulla produzione vegetale agraria per unità di superficie di terreno, sulla sua qualità nonché sulle modalità del processo produttivo, viene esercitata dall’intervento dell’uomo sui fattori fisici, chimici e biologici che determinano la produzione stessa, entro un campo di variazioni di questi interventi che comprenda situazioni tecniche di effettivo o presumibile interesse pratico.” (dall'introduzione dell'Autore)