Scritta nel 1509, è una corrosiva satira allegorica sugli errori della filosofia scolastica e il malcostume ecclesiastico. Pur condividendo l’aspirazione della riforma luterana a un cristianesimo più autentico e meno dogmatico, Erasmo si oppose a una rottura con la Chiesa di Roma, auspicando un rinnovamento del mondo occidentale basato sulla forma antica e sulla morale cristiana. È il libro che preparò l’Europa a quella rivoluzione morale e religiosa che fu la Riforma protestante. Capolavoro satirico di una delle più geniali menti dell’Umanesimo, l’Elogio della follia nasce in appena una settimana, nell’anno domini 1509, dalla penna tagliente di Erasmo da Rotterdam, durante un soggiorno a casa dell’amico Tommaso Moro. Nata inizialmente come gioco per dilettare gli amici, l’Elogio prende forma e consistenza di saggio, fino a venire pubblicato integralmente nel 1511. La Follia, protagonista e soggetto indiscusso dell’auto-encomio, viene elevata a bene supremo per l’umanità. Figlia di Pluto, dio della ricchezza e della Giovinezza, si accompagna a tutti i tipi di persona: giovani e vecchi, maschi e femmine, guerrieri e teologi, garzoni, servi, pontefici, re e addirittura a Dio stesso. Portatrice di benessere e felicità indiscussa, a differenza della saggezza, è il vero motore che guida le azioni degli uomini e rende sopportabile l’esistenza. Con schiettezza disarmante, Erasmo traccia un ritratto paradossale della società del tempo, specchio, quanto mai attuale, delle virtù e delle debolezze indelebili insite nell’uomo.