La scelta del dialetto, assunto in questi epigrammi alla dignità di lingua letteraria universale e declinato nell’eleganza dell’endecasillabo, contribuisce a tracciare sferzanti quanto brevi spaccati del mondo, filtrati da una soggettività in cui l’ironia riscatta sempre la malinconia. E proprio questa ironia, talvolta persino beffarda, assume una sorprendente capacità di svelare aspetti che uno sguardo oggettivamente neutrale non sa cogliere. Non a caso l’autore in un passo richiama espressamente Marziale, che dell’epigramma pungente fu maestro; nondimeno l’originale soluzione linguistica ne evoca la vivacità espressiva.