Ecco il secondo libro dedicato a tutti coloro che hanno radici pisane, lucchesi e livornesi e sono in giro per la nostra amata penisola e in ogni altra parte del mondo. Tre storie goliardiche, scritte in vernacolo pisano, per rispettare l'autenticità dei personaggi e dei luoghi della prima metà del novecento.Una realtà fatta di miseria economica e sociale. Storie di lavoro duro e di idiozie architettate per sdrammatizzare la precaria situazione e garantire ai paesani una buona dose di risate. La sceneggiatura, questa volta, non è affidata solo al furbo pastore Pòrdo ma si arricchisce di due figure destinate a continuare nel tempo la propria opera: la moglie Rachele e il figlio Pordino. La prima come rappresentante di quelle che erano, in parte, le donne del posto e il secondo per un giusto cambiamento generazionale. Il tutto condito con il prezioso e dorato nettare: l'olio d'oliva extravergine di Calci che, insieme alla pastorizia, costituiva un elemento chiave nella crisi economica della Valgraziosa, dopo che la ricchezza commerciale della zona, affidata all'attività dei mulini e delle filande, era andata a scomparire. La televisione non si era ancora affacciata a questo piccolo angolo di mondo, il cinematografo nemmeno, le ferie non le avevano ancora inventate. Quindi la gente qualcosa per ingannare il tempo, fra una Novella dello Stento e quell'altra, doveva pur fare! E allora bischerate a tutto spiano e risate 'n der canto der fòo da briài 'ome tegoli!