Oggi, l'umanità ha bisogno di dialogo. L'insorgere di mille conflitti locali e il terrorismo sulla scena mondiale smentiscono le facili illusioni di chi pensava che ormai si fosse dischiusa per sempre un'era di pace. Si impone una riflessione che coinvolga tutti e non ultimi i credenti delle varie fedi. Non è mancato chi ha paventato per il prossimo futuro uno scontro catastrofico tra popoli, contrapposti per civiltà e religione. Per affrontare questa sfida, le culture e le religioni devono disarmare la mente delle loro etnie, attrezzarsi di strumenti concettuali idonei per prevenire ogni forma di fanatismo fazioso e di fondamentalismo dottrinale, responsabili in passato di lacerazioni e violenze assurde. È innegabile che la capacità di accettare il punto di vista degli altri, di considerarli nella loro dignità, può sfociare in un conflitto che dovrebbe essere stimato più come capacità di rimarcare la propria individualità, che a disconoscere quella dell'altro. In tale ottica, sia pure riconoscendo la limitatezza di tale scelta, la serie di interviste che seguono, di opinioni di intellettuali laici e religiosi, impegnati a migliorarsi e a migliorare i propri simili, possono offrire ulteriori stimoli per allargare il cerchio del Bene.
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