Pietro dei Faitinelli, detto il Mugnone, nacque a Lucca nell’ultimo quarto del XIII° secolo, con tutta probabilità tra il 1280 e il 1290. È stato indubbiamente uno dei più interessanti poeti italiani di quel politicamente turbolento, ma culturalmente e letterariamente assai fecondo, periodo a cavallo tra il XIII° e il XIV° secolo. Ebbe una vita intensa e tumultuosa, caratterizzata dall’impegno politico nella parte guelfa e segnata dalla dolorosa esperienza dell’esilio. La sua produzione poetica, di cui ci restano diciassette sonetti e una canzone, molto si distanzia dallo spirito stilnovistico e da quegli accenti prettamente amorosi, anche in chiave mistico-simbolica, che tanto caratterizzarono le opere di molti autori del suo tempo, e ci offre un prezioso spaccato della società toscana basso-medioevale. Nei suoi versi predomina una marcata e pungente satira politica e sociale, derivante principalmente dalla disillusione di un uomo dal carattere forte, veemente e battagliero nei confronti della politica partecipata – alla quale per buona parte della sua esistenza aveva fermamente creduto – e dalle traversie politico-militari in prima persona dall’autore vissute.