Elena ha quasi trent’anni e deve fare i conti con un rapporto sentimentale stanco di otto anni di conflitti, di incomprensioni. Chiusa in quel sofferto rapporto di coppia, un po’ per volta ha rinunciato a combattere per la propria autonomia, ha rinnegato tutti gli ideali della gioventù. L’unica via d’uscita dall’ossessione del proprio fallimento, dall’odiosa immagine di sé, dalla sofferenza per il disamore che le sta dimostrando il proprio compagno, le viene offerta dalla scrittura. Vi si rifugia, e, pian piano, la storia che viene fuori dalle pagine scritte le fa rivivere sogni e speranze di un’età ancora non inquinata dalle scelte poco coraggiose, dalla disillusione di adulta. La potenza della scrittura sta nel far riaffiorare ciò che si è rimosso, che messo per iscritto non può più essere ignorato. Essa viene usata come strumento per parlare con se stessi, come forma di analisi onesta e impietosa di chi sente di dover ritornare in contatto con la propria interiorità.