L’illusione della permanenza dei significati delle parole si è protratta a lungo e resiste tuttora in vari ambiti della Chiesa e della cultura in senso più ampio. È accaduto anche che alcuni termini abbiano insensibilmente cambiato di significato al punto da attribuire loro un valore opposto a quello iniziale. In questi casi è urgente chiarirne la ragione e precisarne i limiti.
Il termine “espiazione” nella tradizione religiosa è un caso esemplare, motivato anche dal fatto che il termine interviene in alcune formule bibliche attribuite direttamente a Dio.
Secondo l’Autore è divenuto ormai necessario distinguere tra l’espiazione biblica, che è un atto divino di offerta di perdono (un atto discendente della misericordia di Dio) e la soddisfazione di cui parla una certa teologia “giuridica” che dovrebbe essere ormai abbandonata (un atto ascendente per cui l’essere umano soddisfa, ripara una colpa commessa). Nello sviluppo della ricerca qui presentata sarà rivisitato il significato della croce e della morte di Gesù così come l’equivoco del sacrificio.
Il termine “espiazione” nella tradizione religiosa è un caso esemplare, motivato anche dal fatto che il termine interviene in alcune formule bibliche attribuite direttamente a Dio.
Secondo l’Autore è divenuto ormai necessario distinguere tra l’espiazione biblica, che è un atto divino di offerta di perdono (un atto discendente della misericordia di Dio) e la soddisfazione di cui parla una certa teologia “giuridica” che dovrebbe essere ormai abbandonata (un atto ascendente per cui l’essere umano soddisfa, ripara una colpa commessa). Nello sviluppo della ricerca qui presentata sarà rivisitato il significato della croce e della morte di Gesù così come l’equivoco del sacrificio.