Le Favuli morali sono un'opera di Giovanni Meli, autore siciliano nato a Palermo nel 1740 e morto nel 1815. In queste l’Autore, chiaramente influenzato da Esopo e da La Fontaine, colpisce obiettivi di ordine politico, religioso ed ideologico, anche se la sua polemica sociale non va al di là di un filantropismo paternalistico contrario ad ogni soluzione radicale. Capace di raffigurare il mondo degli animali con estrema minuziosità, il poeta traduce in versi la realtà senza cadere in asprezze letterarie, né tanto meno in un gusto retorico.Va altresì notato che nelle Favuli morali il gusto arcadico delle precedenti opere è definitivamente superato a favore di un linguaggio più fresco ed originale, più nuovo, armonico e capace di entrare in contatto con un pubblico che non è soltanto aristocratico, ma anche borghese, e con dei lettori non solo di elevata, ma di media cultura. Le poesie sono accompagnata da una introduzione e dalle note di Concetta Muscato che chiariscono il testo, senza peraltro alterarne il significato.