Questa silloge poetica di Gianluigi Miani, curata da Pasquale Biagio Cicirelli, è pubblicata in occasione dell’omonimo E vento Live, che dopo le tappe romane, è andato in scena (con la presentazione del critico Plinio Perilli, il patrocinio dell'Ass. Cult. "Il Demiurgo-l'officina dei saperi", dell'Ass. Cult. "B. Barattelli", e del Comune dell'Aquila) presso il Palazzetto dei Nobili (AQ).
"Poeta capace di sfiorare il sublime attraverso l'abisso, Gianluigi Miani scrive non per piacere, né per dispiacere ma per vivere; è un poeta di razza, preso nell'accelerazione dei suoi passi, per inoltrarsi nel caos dei propri veleni, è un essere esigente spinto dalla sete inestinguibile di una fede in continua espansione" (dalla postfazione, di Gilda Massari).
"Poeta capace di sfiorare il sublime attraverso l'abisso, Gianluigi Miani scrive non per piacere, né per dispiacere ma per vivere; è un poeta di razza, preso nell'accelerazione dei suoi passi, per inoltrarsi nel caos dei propri veleni, è un essere esigente spinto dalla sete inestinguibile di una fede in continua espansione" (dalla postfazione, di Gilda Massari).