31,20 €
inkl. MwSt.
Sofort per Download lieferbar
  • Format: PDF

Riccardo Serraglio, professore associato di Storia dell’Architettura del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e docente di Storia dell’Architettura e dell’Industrial Design, da alcuni anni è impegnato nello studio dei Siti Reali borbonici dell’area casertana. Le sue ricerche confluite in monografie e saggi di ampia diffusione, presentati in varie occasioni in convegni di rilevanza internazionale, fondate sopra un’accurata esegesi delle fonti documentarie e bibliografiche e sulla assidua frequentazione del territorio,…mehr

Produktbeschreibung
Riccardo Serraglio, professore associato di Storia dell’Architettura del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e docente di Storia dell’Architettura e dell’Industrial Design, da alcuni anni è impegnato nello studio dei Siti Reali borbonici dell’area casertana. Le sue ricerche confluite in monografie e saggi di ampia diffusione, presentati in varie occasioni in convegni di rilevanza internazionale, fondate sopra un’accurata esegesi delle fonti documentarie e bibliografiche e sulla assidua frequentazione del territorio, hanno fornito significativi contributi alla conoscenza della produzione architettonica del Settecento nel Regno di Napoli.
In questo volume ricostruisce l’iter del progetto della città ideale di Ferdinandopoli, redatto nel 1798 dall’architetto Francesco Collecini su commissione di Ferdinando IV di Borbone, proponendo originali interpretazioni sui possibili modelli di riferimento, desunti dalla trattatistica rinascimentale e dalla cultura urbanistica coeva, e significativi confronti con le città di fondazione costruite in Italia, in Europa e nelle Americhe tra i decenni finali del XVIII e quelli iniziali del XIX secolo. Di particolare interesse è l’analisi del divario rilevato tra la simmetrica perfezione del piano urbanistico e l’articolata realtà della città costruita, rispondente alle esigenze concrete degli impianti industriali installati intorno al palazzo del Belvedere, che comportò la rinuncia alla teorica regolarità della città ideale invero poco adatta alla complessa morfologia e alle preesistenze edilizie del territorio del Real Sito di San Leucio.