Caro lettore, cara lettrice, presentare il proprio libro non vuol dire catturare l’attenzione utilizzando poche parole; non è soltanto un’azione per incuriosire, o per “affatare”… ma vuol dire mantenere tutte quelle sfumature del testo che fanno un libro. Sì, un libro è proprio nelle sfumature. Per questa ragione non vi parlerò degli 11 racconti che compongono "fiabe gotiche" (il termine fiaba in tal contesto sta a sottolineare la presenza del "magico" nella natura, mentre mi son preso la libertà di appellarle come "gotiche" per un’ambientazione spesso retrò ed un po' dark ) ma dei pensieri e delle sensazioni che compongono quelle sfumature.Ho pensato alla pioggia ed al suo odore. Alla terra bagnata. Ho pensato ad un corvo che vola su un campo verde, ai temporali, alle lunghe ombre pomeridiane, a quando la domenica pomeriggio da bambino quelle lunghe ombre si caricavano di tristezza; ho pensato al quadrante di un orologio rotto. Alle ultime volte, a quando non dai peso alle cose o alle persone non sapendo che non ci sarà un’altra volta. Ho pensato alla neve che cade e a quella ghiacciata per terra, ai “per sempre”; ho pensato a Seneca e a Terzani, al presente, alle direzioni obbligate, quelle che prima o poi tutti dovremo prendere; ai sorrisi che esplodono sul volto. Ho pensato ai colori, a Porto ed alle sue barche piene di vino; ho pensato ai tesori più grandi -quelli che ci portiamo dietro, dentro- alle cadute, alle piccole cose, al sapore dell’acqua e all’aria fredda che gela i polmoni la mattina in inverno.