Dopo Antioco un altro scrittore di Siracusa, Filisto, occupa un posto di rilievo nella serie degli storici greci della Sicilia antica. Definito da Cicerone un piccolo Tucidide per il suo stile e la sua aderenza ai fatti, Filisto compose una Storia della Sicilia (Sikelikà) tanto ammirata e imitata nell'antichità, da essere inclusa nel canone compilato dai grammatici alessandrini, la cui struttura però oggi si può solo in parte ricostruire a causa degli scarsi frammenti pervenutici. Rimane pertanto il rimpianto per la perdita di un'opera così importante, che trattava, in modo particolare, quella fase cruciale della storia della Sicilia che corrisponde al periodo della tirannide siracusana dei due Dionisi.