Il mondo è pieno di cose magiche, pazientemente in attesa che i nostri sensi si acuiscano diceva William Butler Yeats. Nel testo di Maria Minervini le parole sono magiche alchimie capaci di muovere pensieri ed emozioni. Ad esempio, in “Vana speranza” il ritorno ovattato dei versi ci conduce nella lieve malinconia: “Se la speranza/si fa evanescente/l’ardire si placa/ come acqua di stagno”. Qui la poesia diviene ponte verso la malinconia e la riflessione. C’è in queste parole il ritmo lento perché il ricordo è ancestrale. Il lettore allora tace: ascolta la desolazione del ricordo che “sfiorisce”. La malinconia pervade le stanze dell’anima. Mi piacciono le poesie di Maria Minervini perché fanno riflettere, perché a volte sono scomode. Perché se a volte l’amore “sfiorisce come una rosa il sogno e si tramuta in statua di ghiaccio”, è comunque presente come una trama che fa passare i colori necessari alla riflessione e alla creazione del mito poetico.
Gianfranco Natale
Gianfranco Natale