...Epico come Via col vento. Impegnato come Er Monnezza. Drammatico come Animal house. Concettuale come Aspettando Godot ...Attingendo a piene mani dallo stile di Stefano Benni e Antonio Amurri, uno spaccato generazionale di carattere autobiografico, dal punto di vista degli invisibili, quelli nati “nei pressi” del boom economico degli anni 60, ma troppo piccoli per goderne, e nati “nei pressi” del ’68, ma troppo piccoli per fare casino, essere ricordati, o poter dire quella frase che fa tanto figo: ”…Sì, io ho fatto il ’68…”. Consigliato a chi ha letto...: Brunella Gasperini, Stefano Benni, Antonio Amurri, Woody Allen. Una storia in fondo comune, scritta con un certo piglio sarcastico, malinconico in alcuni passi, a partire dall'esilarante prologo che descrive la "normale" devastante giornata di una donna "contro tutti", con famiglia a carico. Il protagonista ci illustra, attraverso tante divertenti "fotografie" in flash back, in bianco e nero le più vecchie e coloratissime le più recenti, l'iter della sua vita "tranquilla" ma non troppo, e ci fornisce la sua personalissima chiave di lettura di uomo maturo anagraficamente ma che maturo non si sente e teme di non sentirsi mai. Il racconto, con il tono lieve, conviviale, spesso ironico di chi, in fondo, non riesce a prendersi troppo sul serio, si snoda attraverso tre generazioni, a cavallo tra la Toscana e la Lombardia e descrive la storia e la visione della vita di un comune cinquantenne, circondato da una famiglia alquanto originale e che si ritrova, a quarantacinque anni, a ricominciare tutto da capo, lavoro, famiglia, ogni certezze sgretolata.