Come sarebbe un libro con una struttura fisica e concettuale che non potrebbe assumere? In cui i paragrafi, e forse anche le parole e le lettere, non fossero disposti con ordine ma distribuiti casualmente? Come sarebbe descritta la proposta dell'abbandono di ogni teoria senza farne una teoria, una proposta o una descrizione? E come sarebbe farlo con una lingua che non può essere altro che convenzionale e con parole che non hanno un significato se non quello arbitrariamente attribuito loro? Come sarebbe farlo lamentando la mancanza di esplicitazione del meccanismo che regola l'assegnazione e l'uso dei nomi, sottolineando che la logica può solo essere relativa e che vari tipi di falsità sono più adatti di un solo tipo di verità per essere usati per interpretare ciò che viene comunicato? Come potrebbero essere date risposte a queste domande se anche la conoscenza fosse messa in dubbio e il domandare stesso questionato? Apparizione del Dissolventismo