Se la fotografia ha subito nella sua storia diverse trasformazioni tecniche che ne hanno progressivamente facilitato e ampliato la pratica, quanto avvenuto recentemente con l'avvento del digitale non ha eguali per diffusione e consumo di immagini. Un processo che, a giudicarlo con i criteri dell'epoca analogica, va ben oltre la diffusione democratica della pratica fotografica e pare procedere verso una sorta di "trivializzazione" della immagine. Ma quanto è avvenuto nel campo fotografico va compreso all'interno dei più complessivi cambiamenti introdotti nella società dalla rivoluzione digitale che ha comportato un vero e proprio "salto di paradigma" nei rapporti fra l'individuo e la realtà. La necessità di stabilire, analogie, continuità e differenze fra presente e il passato, fornisce l'occasione di un discorso sulla fotografia intesa come attività creativa, testimonianza e memoria, come esercizio di riflessione sulla realtà e educazione allo sguardo consapevole sul mondo. Un discorso fatto per "frammenti", come la fotografia che è fatta di frammenti di spazio (l'inquadratura) e di tempo (l'attimo dello scatto) e come singole foto all'interno di una raccolta, in cui ognuna, pure compiuta in sé stessa, acquista maggior significato in relazione alle altre.