Eusebio, nella parte conclusiva del terzo libro della sua Storia Ecclesiastica, spiega di aver fatto del suo meglio per registrare quanto era venuto a sua conoscenza circa gli scritti autentici degli Apostoli e di quelli sottoposti a contestazione, per quanto letti e usati in numerose comunità; ma anche di quelli nettamente riconosciuti per apocrifi e spuri e difformi dalla dottrina apostolica.
La tradizione manoscritta è stata implacabilmente severa con questa lussureggiante letteratura, alla quale le molteplici tendenze dentro al cristianesimo primitivo cercarono di affidare la loro particolare esperienza del messaggio evangelico e su cui il vigile processo della canonizzazione ecclesiastica compì uno scrupoloso lavoro di selezione.
I Vangeli adottati da raggruppamenti etnici e da comunità legate da vincoli di affinità di sangue o di aspirazioni ci sono stati tramandati dalle citazioni sparute degli scrittori o dai riferimenti degli studiosi. Detti e racconti isolati di Gesù, caduti chi sa da quale opera sperduta, o abbandonati, come massi erratici, chi sa da quale tradizione orale, compaiono a volte, improvvisi e sconcertanti, nella corrente della più antica letteratura cristiana.
I ritrovamenti su papiri hanno arrecato contributi preziosi all’ardua opera di recupero. Da parecchi anni si sono fatti sforzi diligenti per raccogliere il patrimonio dei monumenti letterari del cristianesimo antico e per ricostruire in unità, frammenti dispersi della letteratura apocrifa.
I residui dei vangeli extracanonici perduti, le parole del Cristo conservate sporadicamente in citazioni patristiche, infine i messaggi (Logia), riesumati da un papiro, sono stati decifrati, interpretati, controllati. Con il compito di dare un complemento al patrimonio canonico degli insegnamenti del Cristo. Per dichiarazione stessa del suo divino disseminatore, l’annuncio evangelico è stato un vasto fuoco acceso nel mondo. Le scintille si sono moltiplicate su “una vastissima zona”. A distanza di secoli, possiamo essere in grado di ricostruire il cammino della loro dispersione.
La tradizione manoscritta è stata implacabilmente severa con questa lussureggiante letteratura, alla quale le molteplici tendenze dentro al cristianesimo primitivo cercarono di affidare la loro particolare esperienza del messaggio evangelico e su cui il vigile processo della canonizzazione ecclesiastica compì uno scrupoloso lavoro di selezione.
I Vangeli adottati da raggruppamenti etnici e da comunità legate da vincoli di affinità di sangue o di aspirazioni ci sono stati tramandati dalle citazioni sparute degli scrittori o dai riferimenti degli studiosi. Detti e racconti isolati di Gesù, caduti chi sa da quale opera sperduta, o abbandonati, come massi erratici, chi sa da quale tradizione orale, compaiono a volte, improvvisi e sconcertanti, nella corrente della più antica letteratura cristiana.
I ritrovamenti su papiri hanno arrecato contributi preziosi all’ardua opera di recupero. Da parecchi anni si sono fatti sforzi diligenti per raccogliere il patrimonio dei monumenti letterari del cristianesimo antico e per ricostruire in unità, frammenti dispersi della letteratura apocrifa.
I residui dei vangeli extracanonici perduti, le parole del Cristo conservate sporadicamente in citazioni patristiche, infine i messaggi (Logia), riesumati da un papiro, sono stati decifrati, interpretati, controllati. Con il compito di dare un complemento al patrimonio canonico degli insegnamenti del Cristo. Per dichiarazione stessa del suo divino disseminatore, l’annuncio evangelico è stato un vasto fuoco acceso nel mondo. Le scintille si sono moltiplicate su “una vastissima zona”. A distanza di secoli, possiamo essere in grado di ricostruire il cammino della loro dispersione.