L’esistenza di Francesco Crispi (Ribera, 4 ottobre 1818 – Napoli, 12 agosto 1901) percorre tutto l’Ottocento, e oggi, oltre un secolo dopo la sua morte, in un’epoca assai distante dagli eventi che lo videro protagonista, dove lo stesso mondo che egli ha contribuito a cambiare è del tutto dissolto dai fenomeni recenti della globalizzazione che hanno trasformato sia la vita degli individui che la natura degli Stati; proprio oggi,si diceva, gli storici sono inclini a riconoscere che la parabola oggettivamente straordinaria di questo personaggio, un siciliano di stirpe albanese che divenne uno degli statisti più autorevoli e discussi del suo tempo,possa essere ripensata come la chiave interpretativa della politica di un’epoca, il passaggio istituzionale da cui è venuto fuori il mondo che noi oggi abitiamo.