La storia della filosofia politica del Cinquecento esprime con Francesco Guicciardini, una delle sue figure più rappresentative e una delle voci più autorevoli nel panorama del pensiero europeo, che hanno inciso sensibilmente sul dibattito etico-politico del vecchio continente. Uomo di governo e di molte altre faccende politiche e militari, luogotenente di papa Leone X e di papa Clemente VII, Guicciardini, sconosciuto come scrittore in vita e per oltre venti anni dopo la morte in Italia e nella sua stessa città, non avendo mai pubblicato né fatto conoscere agli amici più stretti neppure una sola pagina dei suoi scritti, trovò tardi posto tra i più grandi scrittori italiani di fama europea. Lo scopo precipuo di questa breve monografia su Francesco Guicciardini, di cui quest’anno ricorre il 530 anniversario della nascita, è quello di scandagliare il pensiero politico di uno storico obiettivo e scrupoloso, solerte alle mutazioni relative alle variegate situazioni politiche e culturali sviluppatesi tra XV e XVI secolo in Europa. Pensatore che muove da una visione introspettiva legata all’uomo e alla storia, sulla base di un ordine criteriato, caratterizzato dalla concretezza delle sue idee e da un’ampiezza di vedute che ritornano, oggi più che mai, di grande attualità. Guicciardini, che per alcuni aspetti può sembrare un personaggio estraneo alla sua epoca, guarda al presente, con i suoi problemi e le incomprensioni del momento, ma contemporaneamente volge lo sguardo verso il futuro, nella speranza di intravedere lo spiraglio giusto che gli consenta di trovare soluzioni adeguate ai problemi che costantemente assillano la vita di coloro che si assumono responsabilità politiche nell’ambito del quadro evolutivo di una società complessa, come quella espressa dalla Firenze del tempo che ben si compara alla odierna situazione politica italiana.