"Per una volta nella vita s’era fatto prendere dall’impulso, incongruente dal suo punto di vista, di fare carriera e, invece di far finta di nulla come al solito, l’aveva purtroppo assecondato perciò condannandosi a inghiottire, per anni e anni, un certo fastidio di sé.
In ogni modo, illudendosi che gli importasse qualcosa, s’era messo a studiare grafici e manuali finendo quasi con il vincere un concorso interno. Si qualificò secondo, ma il destino è quello che è; a sorpresa, il primo classificato, optando per un impiego diverso, gli lasciò libera la strada.
Così, dopo spensierati e felici anni passati da fattorino, fatti di legami più che elastici con l’orario d’ufficio, si trova invischiato in un lavoro del quale (ora sì, è convinto) non gliene frega assolutamente niente.
La libertà di prima? Languida situazione vissuta in altri tempi ammantata, nel ricordo, di grande bellezza. Adesso si alza alle sei per prendere quel treno al quale l’ha costretto l’indesiderato, purtroppo inevitabile trasferimento causato dalla promozione.
Le sei di mattina. Estate e inverno. A quell’ora, invece, un tempo si coricava, allacciato al corpo caldo della giovane moglie, dopo essere stati insieme a perder tempo parlando fitto con ogni possibile nottambulo, quando andare a letto presto la sera era difficile, specie d’estate; al soffocare della casa che li teneva per le strade, s’aggiungeva la certezza di poter dormire fino a pochi minuti prima che iniziasse il lavoro che aveva lì, a due passi.
Invece ora soltanto levatacce e sonno arretrato.
Nella sua città la pendolarità è pressoché sconosciuta o evento di pochi minuti per raggiungere i vicini centri industriali di Conegliano o di Marghera. Ecco quindi che la sua ora di treno lo pone nella sfera della gente diversa, anche compatita, facendogli pesare di più il suo disagio. Se pendolari più seri possono sorridere, nella sua città è così: vivere lontano dalle antiche mura è impensabile e a chi, suo malgrado, capita, accade di trovarsi escluso dalla vita cittadina che si svolge soprattutto di sera, è fatta di niente ma è indispensabile. Per uno nato là e vissuto così."
Incipit di una storia nata a ridosso degli "anni di piombo".
Un viaggio in treno, l'assenza di un'amica e il dialogo con una compagna di università induce Beppi a una profonda e tormentata disamina di sè. Un viaggio che cambierà la sua vita.
In ogni modo, illudendosi che gli importasse qualcosa, s’era messo a studiare grafici e manuali finendo quasi con il vincere un concorso interno. Si qualificò secondo, ma il destino è quello che è; a sorpresa, il primo classificato, optando per un impiego diverso, gli lasciò libera la strada.
Così, dopo spensierati e felici anni passati da fattorino, fatti di legami più che elastici con l’orario d’ufficio, si trova invischiato in un lavoro del quale (ora sì, è convinto) non gliene frega assolutamente niente.
La libertà di prima? Languida situazione vissuta in altri tempi ammantata, nel ricordo, di grande bellezza. Adesso si alza alle sei per prendere quel treno al quale l’ha costretto l’indesiderato, purtroppo inevitabile trasferimento causato dalla promozione.
Le sei di mattina. Estate e inverno. A quell’ora, invece, un tempo si coricava, allacciato al corpo caldo della giovane moglie, dopo essere stati insieme a perder tempo parlando fitto con ogni possibile nottambulo, quando andare a letto presto la sera era difficile, specie d’estate; al soffocare della casa che li teneva per le strade, s’aggiungeva la certezza di poter dormire fino a pochi minuti prima che iniziasse il lavoro che aveva lì, a due passi.
Invece ora soltanto levatacce e sonno arretrato.
Nella sua città la pendolarità è pressoché sconosciuta o evento di pochi minuti per raggiungere i vicini centri industriali di Conegliano o di Marghera. Ecco quindi che la sua ora di treno lo pone nella sfera della gente diversa, anche compatita, facendogli pesare di più il suo disagio. Se pendolari più seri possono sorridere, nella sua città è così: vivere lontano dalle antiche mura è impensabile e a chi, suo malgrado, capita, accade di trovarsi escluso dalla vita cittadina che si svolge soprattutto di sera, è fatta di niente ma è indispensabile. Per uno nato là e vissuto così."
Incipit di una storia nata a ridosso degli "anni di piombo".
Un viaggio in treno, l'assenza di un'amica e il dialogo con una compagna di università induce Beppi a una profonda e tormentata disamina di sè. Un viaggio che cambierà la sua vita.