Giuseppe Flavio nel XX libro di Antichità Giudaica mostra il suo modo di scrivere, serio e teso alla verità, pur mirando ad avere l’adesione dei fruitori con mezzi paradossali ed ha piena coscienza della grandezza della sua opera. L’autore non solo segue i modelli ellenistici, servendosi dell’aiuto di retori greci, tesi alla meraviglia e a delectare ma sa innestare la cultura giudaica ed evidenziare la tipica storia ebraica secondo la sua formazione eclettica e sincretica sacerdotale, utilitaristica, basata sul docere. Il libro, ha valore culturale e storico perché l’autore rivela che la romanitas, avendo giudicato il giudaismo una peste per l’impero, dopo aver tentato interventi chirurgici sapienti con drastici cambiamenti politici, entra con Domizio Nerone nella logica della necessitas di estirpazione del male. Festo, Albino e Floro sono procuratori incaricati di provocare il mondo popolare giudaico aramaico e portarlo scopertamente alla guerra. L’elemento popolare giudaico di lingua aramaica , crede di essere il popolo eletto in quanto figlio unico di Dio, reagisce continuamente con sedizioni e si prepara segretamente alla guerra..., si ribella e si collega con i popoli della confederazione partica (specie adiabene, armeno mesopotamico). Un tale politica antiaramaica ed antipartica, connessa con l’impresa di Domizio Corbulone in Armenia, determina in Gerusalemme un conflitto tra i filoromani e gli antiromani, che si diffonde e si propaga in tutto il territorio dell’impero romano dove vivono gli ebrei ellenisti mescolati ai pagani, svolgendo attività bancaria e commerciale, specie nei grandi porti del Mediterraneo. La città templare più di ogni altra, in quanto centro dell’ebraismo della diaspora, è dilacerata da lotte di classe tra gli aristocratici e gli erodiani da una parte e il popolo dall’altra, ma anche da contrasti intestini tra le partes sacerdotali delle famiglie dei sommi sacerdoti e tra queste e il piccolo e medio clero. Il fenomeno dei sicari, tipico di Gerusalemme, esprime un clima di ostilità interna e un altro di opposizione selvaggia alla romanitas, impedisce la regolarità delle feste tradizionali e quindi riduce drasticamente le entrate e per il sacedorzio e per i romani, poi si diffonde in tutto il territorio giudaico. Alessandria, Antiochia, Efeso, Corinto, oltre alle città ebraiche, anch’esse di popolazione mista greco-giudache, sono variamente sconvolte, in relazione al numero di giudei. Nerone segue la politica di Claudio, che aveva ordinato agli ebrei di rispettare i culti altrui e di non millantare il loro credo ed aveva proibito il proselitismo, in linea con l’indirizzo di Caligola e di Tiberio. Questa è la sostanziale lezione, piu' o meno nascosta sotto la lettera ambigua dello scrittore, Mattatia ben Iosip, divenuto Giuseppe Flavio, storico ufficiale della corte flavia, traditore del suo popolo.