1960. Luca, uno studente liceale di diciotto anni, affascinato da un annuncio radiofonico, lascia gli studi, la famiglia, il suo maso solitario tra i monti tridentini e si trasferisce in Germania, per soddisfare la sua voglia d’avventura più che per bisogno. Il giovane, acquartierato in una baracca abitata da numerosi connazionali, quasi tutti del Sud, dopo una serie di vicissitudini, che lo portano pian piano a crescere e a maturare, si ritrova infine come affittuario presso la casa della famiglia Wolff. Christine, la moglie del vecchio e malato signor Wolff, comunista convinta e mosca bianca nella Germania federale del Secondo Dopoguerra, sconvolgerà del tutto la vita del giovane Luca portandolo a fargli comprendere il vero senso delle cose, di quelle che si posso materialmente avere ma anche di quelle che non si possono mai possedere. Una storia in mezzo a tante altre storie, una vita in mezzo a tante altre vite, un dramma in mezzo ad altri drammi ma soprattutto affetti: veri, vissuti, goduti, ricercati ma anche perduti, mancati, lasciati, offesi e finti perché, come dice Luca nel romanzo, “[...] non sempre facciamo le cose che vogliamo. [...]” Raimondo Carlin, al suo esordio letterario, stupisce per la forza narrativa e la passione vera dei suoi personaggi con un romanzo sorprendente.