Il tempo ha reso piena giustizia alla musica di George Gershwin.Forse non sufficientemente apprezzato in vita (nonostante gli innegabili successi), il compositore newyorchese è oggi considerato, anche negli ambienti della musica colta, l'interprete per eccellenza dello spirito americano. "Porgy and Bess", il "Concerto in fa", la "Rapsodia in blu", oltre a "Un americano a Parigi" e ai "Preludi", sono ormai divenuti veri e propri classici, accolti a pieno titolo nei teatri e nelle sale da concerto accanto ai grandi della tradizione europea che Gershwin, americano autentico ma figlio dell'Europa, non aveva mai cessato di amare e di ammirare.Bruno Gallotta ne racconta - per rapidi ma incisivi tratti - la vicenda biografica e artistica.Bruno Gallotta(Milano 1946) è laureato in Lettere classiche e diplomato in pianoforte. È docente di ruolo del corso di Letteratura Poetica e Drammaturgia presso il Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Milano, dove ricopre anche l'incarico d'insegnamento nell'ambito del corso superiore di Musicologia. Giornalista pubblicista, ha scritto l'intero secondo volume della serie I grandi dell'Opera (De Agostini 1990); ha inoltre pubblicato Musica ed estetica in Leopardi (Rugginenti 1997) e Invito all'ascolto di Bellini (Mursia 1997). Oltre che in ambito letterario-musicologico, ha sviluppato la propria attività anche nel settore della storia antica.