A cura di Marta Savini
Introduzione di Ferruccio Ulivi
Edizione integrale
La Gerusalemme liberata è, per universale riconoscimento, il capolavoro del Tasso, un’opera tuttora capace di appassionare il lettore e di ispirare un’incessante bibliografia critica nonché una mirabile illustrazione pittorica e musicale. L’intreccio (e la contraddizione) fra norma sociale, morale religiosa e spirito di avventura, sviluppato attraverso straordinarie peripezie guerresche e amorose, permea questo poema in venti canti incentrato sulla prima crociata, sulla liberazione del Santo Sepolcro e su personaggi diventati immortali, come Goffredo di Buglione e Tancredi. L’opera è corredata da un puntuale e utile apparato di note.
«Canto l’arme pietose e ’l capitano
che ’l gran sepolcro liberò di Cristo.
Molto egli oprò co ’l senno e con la mano,
molto soffrì nel glorioso acquisto;
e in van l’Inferno vi s’oppose, e in vano
s’armò d’Asia e di Libia il popol misto.»
Torquato Tasso
nacque nel 1544. Ancora giovanissimo seguì il padre Bernardo in varie corti principesche, per ambientarsi finalmente presso gli Estensi a Ferrara. Inquieto e insofferente di carattere, cadde in disgrazia e, ritenuto malato di mente, fu recluso per sette anni nell’ospedale di Sant’Anna a Ferrara. Liberato, si stabilì a Roma, dove morì nel convento di Sant’Onofrio il 25 aprile 1595.
Introduzione di Ferruccio Ulivi
Edizione integrale
La Gerusalemme liberata è, per universale riconoscimento, il capolavoro del Tasso, un’opera tuttora capace di appassionare il lettore e di ispirare un’incessante bibliografia critica nonché una mirabile illustrazione pittorica e musicale. L’intreccio (e la contraddizione) fra norma sociale, morale religiosa e spirito di avventura, sviluppato attraverso straordinarie peripezie guerresche e amorose, permea questo poema in venti canti incentrato sulla prima crociata, sulla liberazione del Santo Sepolcro e su personaggi diventati immortali, come Goffredo di Buglione e Tancredi. L’opera è corredata da un puntuale e utile apparato di note.
«Canto l’arme pietose e ’l capitano
che ’l gran sepolcro liberò di Cristo.
Molto egli oprò co ’l senno e con la mano,
molto soffrì nel glorioso acquisto;
e in van l’Inferno vi s’oppose, e in vano
s’armò d’Asia e di Libia il popol misto.»
Torquato Tasso
nacque nel 1544. Ancora giovanissimo seguì il padre Bernardo in varie corti principesche, per ambientarsi finalmente presso gli Estensi a Ferrara. Inquieto e insofferente di carattere, cadde in disgrazia e, ritenuto malato di mente, fu recluso per sette anni nell’ospedale di Sant’Anna a Ferrara. Liberato, si stabilì a Roma, dove morì nel convento di Sant’Onofrio il 25 aprile 1595.