Dedicato a Emìle Zola e pubblicato a Milano nel 1879, il romanzo si ispira ad un fatto realmente accaduto e la sua ideazione risale al 1875. La vicenda, ruotante intorno alla figura di Giacinta – una ragazza cresciuta nella assoluta mancanza di affetti, vittima di una violenza carnale quando era ancora molto piccola ed in seguito, già sposata con un tarato, amante pubblica del giovane del quale è innamorata – suscitò indignazione nella critica, che accusò il Capuana di immoralità. Ciò nonostante (o forse proprio per questo), la prima tiratura del romanzo fu esaurita in pochi mesi e le successive 2^ e 3^ edizione, rielaborate stilisticamente dall’autore, furono oggetto di giudizi più moderati e favorevoli.