Giacomo Puccini è stato innanzitutto un innovatore. La sua ricerca di una tessitura melodica lo ha spinto nel tempo ad aprirsi al futuro. È stato capace di intuire prima di tanti altri compositori cosa sarebbe diventata la composizione e come si sarebbe trasformato il teatro lirico. La sua forza innovativa, la sua innata ricerca psicologica hanno fatto della sua musica un tesoro inestimabile e inesauribile. Puccini lasciò la Turandot in un mistero sonoro, ma con quest’opera recupera quello che aveva iniziato con Tosca e approfondito nella Fanciulla del West, ne La Rondine e nel Trittico. Un irresistibile suono dal quale non è possibile esimere il proprio ascolto. Soprattutto quello interiore.