Francesco Vizza ricostruice l’identità e riporta l’opera di Giano Lacinio, alchimista francescano del XVI secolo. Lacinio è una figura molto importante nel panorama culturale del ‘500 poiché pubblica una collettanea di testi alchemici di autori di assoluto rilievo della storia dell’alchimia. L’opera dal titolo La Nuova Perla Preziosa - un Trattato sul Tesoro e sulla Pietra più preziosa dei Filosofi, stampata a Venezia nel 1546 e tradotta in tedesco e in inglese nel corso di cinque secoli, è qui riportata in italiano per la prima volta. Lacinio riprende un concetto caro agli alchimisti francescani: l’arte alchemica si fonda su una profonda ispirazione divina. In questo contesto, la ricerca della pietra filosofale non è un mezzo per accumulare ricchezze ma lo strumento per il rinnovamento dell’anima. La conoscenza dei segreti della natura deve servire innanzitutto ad alleviare le sofferenze dei poveri.L’alchimia non ha mai fatto parte della cultura ufficiale ma è sempre stata parte integrante del patrimonio culturale e scientifico di ogni uomo veramente erudito. Tra i suoi cultori si possono annoverare santi, imperatori, prelati, papi, teologi, medici, poeti e artigiani. Questa cerchia comprende personaggi come Ruggero Bacone, Newton, Leibniz e quasi tutti gli uomini di scienza del XIV-XVI secolo. L'obiettivo principale degli alchimisti era quello di trasmutare i metalli vili in oro. A volte la storia ci riserva strani paradossi e sorprese: la trasmutazione dei metalli, da loro inseguita invano per 15 secoli, è stata ottenuta nel 1919 da Rutherford con la prima reazione nucleare artificiale.