"Questo scritto non vuol essere né una biografia, né un'esposizione del pensiero di Giordano Bruno ma solo un saggio intorno al significato di lui nella storia della cultura e quindi una illustrazione delle ragioni peculiari della sua condanna e della sua morte mercé lo studio delle sue idee intorno al rapporto della filosofia con la religione, e del suo atteggiamento verso la Riforma e verso l'Inquisizione. Per giustificare la speciale determinazione dell'argomento e la forma dello scritto, dirò che questo nacque per una conferenza, tenuta in Palermo il 20 marzo di quest'anno, per invito della Sezione locale della Federazione nazionale degl'Insegnanti medi. La quale volle in questo modo riparare all'omissione onde, sette anni fa, la gloriosa ricorrenza centenaria del rogo di Bruno parve opportuno non fosse in alcun modo ricordata nelle nostre scuole; dove pure ogni anno, a giorno fisso, tutti i maestri, da un capo all'altro d'Italia, sono invitati a interrompere il corso delle lezioni per commemorazioni improvvise, prive spesso d'ogni valore didattico ed educativo, di eroi grandi e piccoli della nostra storia civile e letteraria". Dall'incipit del libro.