Storie che chi scrive reinventa. Storie certe. La Roma occupata del ’43-’44 è una quinta enorme. I giorni d’attesa sono la speranza e il timore; il voler vivere. Roma è teatro, protagonista e custodia.
Augusto Centurelli ricorda, in quest’opera, un frammento di storia, quella che interessò la Roma del 1943-44, la storia della resistenza nascosta, quella della povera gente, di chi non si arrende alla violenza e la contrasta con tutti i mezzi di cui dispone. Quello che allora, alle classi popolari, sembrava normale e doveroso, come aiutare i perseguitati, si rivela come un’azione eroica, che può costare la vita. La vicenda narrata si ispira ai racconti dei genitori di Centurelli, che di quegli atti d’aiuto sono stati semplici e quasi inconsapevoli protagonisti. Questo libro nasce dettato da loro. Molto è invenzione e fantasia, ma i fatti sono reali: un ebreo fu nascosto, e questo accadeva spesso all’epoca, in casa di una famiglia romana. Un’eventuale spiata avrebbe potuto far sterminare padre, madre e una bimbetta.
E se ciò non avvenne fu anche perché il destino ha l’abitudine casuale di volgersi ad altro.
Augusto Centurelli ricorda, in quest’opera, un frammento di storia, quella che interessò la Roma del 1943-44, la storia della resistenza nascosta, quella della povera gente, di chi non si arrende alla violenza e la contrasta con tutti i mezzi di cui dispone. Quello che allora, alle classi popolari, sembrava normale e doveroso, come aiutare i perseguitati, si rivela come un’azione eroica, che può costare la vita. La vicenda narrata si ispira ai racconti dei genitori di Centurelli, che di quegli atti d’aiuto sono stati semplici e quasi inconsapevoli protagonisti. Questo libro nasce dettato da loro. Molto è invenzione e fantasia, ma i fatti sono reali: un ebreo fu nascosto, e questo accadeva spesso all’epoca, in casa di una famiglia romana. Un’eventuale spiata avrebbe potuto far sterminare padre, madre e una bimbetta.
E se ciò non avvenne fu anche perché il destino ha l’abitudine casuale di volgersi ad altro.