La figura di Giuda Iscariota, rimane avvolta da un manto di mistero e ambiguità. Il nome di Giuda suscita tra i cristiani un'istintiva reazione di censura e di condanna. Fin dai primi secoli sono state numerose pagine su quest'uomo che con il passare del tempo si è visto cucire addosso una serie di particolarità sempre più infamanti, oltre che essere il traditore di Gesù, è stato descritto come deforme, un modello da biasimare con un passato di parricida e di scelte incestuose. Nel testo presente non troveranno posto tali descrizioni, ma per delineare un profilo adeguato dell'apostolo Giuda Iscariota, mi limiterò a ciò che le fonti scritturistiche, Vangeli e Atti degli Apostoli, offrono in maniera sufficiente e sicura. Giuda rimane l'apostolo che ha tradito Gesù, ma in esso è possibile trovare la complessità di ogni uomo. Di fronte ad una esistenza come quella di Giuda, così singolare e contraddittoria, l'uomo si pone alcune domande vitali come quella sul rapporto tra la grazia divina e la libertà umana, la condizione dell'uomo e il suo contrasto tra il bene e il male. Ma esiste una domanda alla quale vorremo dare una risposta: Giuda si è salvato o è dannato? Da qui nasce l'interesse per il personaggio, che osservato con attenzione ci sembra sempre più uno di noi, un uomo con il quale e facile identificarsi; e questo, magari, ci aiuta a evitare il suo stesso errore.