Uomo schivo ed appartato, a proprio agio forse solo in compagnia dei suoi libri, più aristocratico nello spirito che nelle apparenze, Giuseppe Tomasi principe di Lampedusa (Palermo, 1896 - Roma, 1957) visse in profondità il dramma, rappresentato nel suo noto capolavoro, del conflitto tra i cambiamenti prodotti dal tempo storico e la contestuale, inevitabile eclissi del suo ceto sociale, al segno di amare ed acute riflessioni di portata generale sulla caducità degli umani destini.Questa nuova e assai documentata ricostruzione biografica di una vita che, paradossalmente, è stata oscurata dalla stessa immensa fama postuma del Gattopardo, analizza la genesi di una singolare esperienza culturale-esistenziale, ne coglie appieno l’affascinante grandezza, ne segue il percorso pubblico e quello “segreto” (senza trascurare intriganti vicende familiari intrise di cultura come la competizione-emulazione vissuta nei confronti dei cugini Piccolo) e consegna ai lettori l’indeita interpretazione di un assai singolare intellettuale siciliano di formazione europea che l’immaginario collettivo tende ormai a sovrappore alla figura stessa del protagonista del suo grande romanzo (il principe di Salina) e a ricondurre ad una certa, pregnante e decadente, idea di Sicilia.NOTESalvatore Savoia , bibliofilo palermitano, da sempre cultore di storia e di letteratura siciliana, è autore di numerosi studi e ricerche sul novecento palermitano.Dal 2005 è Segretario Generale della Società Siciliana per la Storia Patria.