Il processo di definizione dello spazio regionale abruzzese tra Medioevo ed Età moderna; il carattere periferico di un’entità non marginale, pienamente inserita nella lunga durata della compagine regnicola; la vicenda economica e sociale dell’aristocrazia feudale; l’identità e le funzioni cittadine; le istituzioni ecclesiastiche e il vissuto religioso; i termini del declino; la ripresa settecentesca; l’elaborazione e il fallimento del disegno riformatore; la partecipazione delle “provincie” aprutine alla prova rivoluzionaria del ’99; la modernizzazione avviata dai Napoleonidi e la lenta formazione di un ceto dirigente di estrazione borghese dai Borbone alla fine del Regno, sono tutti temi, questi, al centro dell’ampia e approfondita ricostruzione dell’Autore. Da un simile quadro, mosso ed esauriente, emerge pertanto il profilo storico di una regione complessa e difficile, non solo coinvolta a pieno titolo nella plurisecolare vita della Nazione meridionale, ma anche strettamente dipendente dal piano delle relazioni internazionali nel più largo contesto mediterraneo e adriatico.
Giovanni Brancaccio è professore ordinario di Storia Moderna presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture moderne dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Tra i suoi volumi: Geografia, cartografia e storia del Mezzogiorno (Napoli, 1991); Primato di Napoli e identità campana nell’Italia unita (Lanciano, 1994); Il trono, la fede e l’altare. Istituzioni ecclesiastiche e vita religiosa nel Mezzogiorno moderno (Napoli, 1996); Il governo del territorio nel Mezzogiorno moderno (Lanciano, 1996); In Provincia. Strutture e dinamiche storiche di Abruzzo Citra in Età moderna (Napoli, 2001); “Nazione genovese”. Consoli e colonia nella Napoli moderna (Napoli, 2001); Il Molise medievale e moderno. Storia di uno spazio regionale (Napoli, 2005), che ha ottenuto nel 2006 il premio internazionale “Rhegium Julii” per la saggistica. Ha curato il volume PRIN 2007 Il feudalesimo nel Mezzogiorno moderno. Gli Abruzzi e il Molise (secoli XV-XVIII) (Milano, 2011) e l’edizione critica delle opere di: G. Caporale (Acerra, 1990); P. de Belloy (Napoli, 2001); V. Barzoni (Bologna, 2005); G. Mazzini (Milano, 2007); G. Prezzolini (Milano, 2010); A. M. Kalefati (Campobasso, 2013); A. von Platen (Milano, 2014); F. De Sanctis (Milano, 2017). Ha curato inoltre, con Aurelio Musi, il volume Il Regno di Napoli nell’età di Filippo IV (1621-1665) (Milano, 2014). Tra i maggiori studiosi di storia moderna e contemporanea del Mezzogiorno mediterraneo, ha vinto i premi nazionali “Cassano” (2006), “Mario Fiore” (2015) e “Demetra” (2019).
Giovanni Brancaccio è professore ordinario di Storia Moderna presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture moderne dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Tra i suoi volumi: Geografia, cartografia e storia del Mezzogiorno (Napoli, 1991); Primato di Napoli e identità campana nell’Italia unita (Lanciano, 1994); Il trono, la fede e l’altare. Istituzioni ecclesiastiche e vita religiosa nel Mezzogiorno moderno (Napoli, 1996); Il governo del territorio nel Mezzogiorno moderno (Lanciano, 1996); In Provincia. Strutture e dinamiche storiche di Abruzzo Citra in Età moderna (Napoli, 2001); “Nazione genovese”. Consoli e colonia nella Napoli moderna (Napoli, 2001); Il Molise medievale e moderno. Storia di uno spazio regionale (Napoli, 2005), che ha ottenuto nel 2006 il premio internazionale “Rhegium Julii” per la saggistica. Ha curato il volume PRIN 2007 Il feudalesimo nel Mezzogiorno moderno. Gli Abruzzi e il Molise (secoli XV-XVIII) (Milano, 2011) e l’edizione critica delle opere di: G. Caporale (Acerra, 1990); P. de Belloy (Napoli, 2001); V. Barzoni (Bologna, 2005); G. Mazzini (Milano, 2007); G. Prezzolini (Milano, 2010); A. M. Kalefati (Campobasso, 2013); A. von Platen (Milano, 2014); F. De Sanctis (Milano, 2017). Ha curato inoltre, con Aurelio Musi, il volume Il Regno di Napoli nell’età di Filippo IV (1621-1665) (Milano, 2014). Tra i maggiori studiosi di storia moderna e contemporanea del Mezzogiorno mediterraneo, ha vinto i premi nazionali “Cassano” (2006), “Mario Fiore” (2015) e “Demetra” (2019).