Diceopoli, un contadino stanco di vedere i suoi raccolti distrutti dalla guerra, interviene senza successo nella corrotta assemblea dei cittadini per proporre una tregua con Sparta. Stufo di quella situazione, Diceopoli incarica allora Anfiteo di recarsi a Sparta per stringere con la polis un accordo privato, una tregua valida solo per lui e la sua famiglia. Di ritorno da Sparta, Anfiteo è inseguito dagli abitanti di Acarne, i quali, infuriati per la pace privata da lui ottenuta con Sparta, hanno deciso di condannarlo a morte. Spetterà a Diceopoli difendere le ragioni della pace, dopo aver chiesto ad un macchiettistico Euripide il dono dell'eloquenza.
Aristofane - ancora giovane - introduce qui due dei temi che saranno poi centrali nella sua produzione successiva: il pacifismo e la denuncia della corruzione dei costumi. La guerra del Peloponneso è lo sfondo di quest'opera, ed è evidente come, alla fine della commedia, la pace venga descritta come unica portatrice di felicità.
Aristofane - ancora giovane - introduce qui due dei temi che saranno poi centrali nella sua produzione successiva: il pacifismo e la denuncia della corruzione dei costumi. La guerra del Peloponneso è lo sfondo di quest'opera, ed è evidente come, alla fine della commedia, la pace venga descritta come unica portatrice di felicità.