Italia, 1989-1996.
Il grunge è l’ultimo terremoto musicale, il pop si è fatto da parte per dare spazio al fenomeno underground uscito dal suo guscio alternativo, esploso in una supernova che non risparmia niente e nessuno.
Non risparmia gli ultimi eroi del rock prima del crepuscolo: Kurt Cobain, Layne Staley, Andrew Wood, Chris Cornell e tanti altri artisti sensibili e talentuosi, ciascuno capace di comunicare un disagio personale cui era possibile immedesimarsi.
Negli scritti qui raccolti di giornalisti, critici musicali, organizzatori, musicisti, strumentisti, DJ, promoter si attinge dal cassetto dei ricordi a rievocare le emozioni del passaggio del grunge, della «musica sporca e rumorosa del Northwest», dei piccoli e grandi concerti in Italia, o la trepidazione nel tenere in mano una copia fresca e scintillante di Ten o di Nevermind.
Il grunge è stato “il manto protettivo” di un’intera generazione, forse in ritardo rispetto al resto del mondo, dove le innovazioni giungono come polvere trasportata dal vento.
Il grunge è l’ultimo terremoto musicale, il pop si è fatto da parte per dare spazio al fenomeno underground uscito dal suo guscio alternativo, esploso in una supernova che non risparmia niente e nessuno.
Non risparmia gli ultimi eroi del rock prima del crepuscolo: Kurt Cobain, Layne Staley, Andrew Wood, Chris Cornell e tanti altri artisti sensibili e talentuosi, ciascuno capace di comunicare un disagio personale cui era possibile immedesimarsi.
Negli scritti qui raccolti di giornalisti, critici musicali, organizzatori, musicisti, strumentisti, DJ, promoter si attinge dal cassetto dei ricordi a rievocare le emozioni del passaggio del grunge, della «musica sporca e rumorosa del Northwest», dei piccoli e grandi concerti in Italia, o la trepidazione nel tenere in mano una copia fresca e scintillante di Ten o di Nevermind.
Il grunge è stato “il manto protettivo” di un’intera generazione, forse in ritardo rispetto al resto del mondo, dove le innovazioni giungono come polvere trasportata dal vento.