Tutte le grandi tradizioni religiose e spirituali, senza eccezione alcuna, hanno sempre avuto e gelosamente custodito i propri oggetti sacri, attribuendo talvolta ad essi straordinari poteri magici o divini, sia che si trattasse di reliquie che di veri e propri "oggetti di potere", ponte tra l'umano e il divino, tra microcosmo e macrocosmo. Basti pensare all'Arca dell'Alleanza e alla Menorah della Tradizione ebraica, alla Sacra Sindone, al Mandylion o ai frammenti della Croce nella Tradizione cristiana, all'Arca di Gabriele e alla Pietra Nera (Al-Hajar al-Aswad) in quella islamica, oppure alla testa di San Giovanni Battista nella mistica templare, spesso confusa e identificata con l'inquietante simbologia del "Bafometto". Alcuni di questi oggetti, che talvolta assumono un grande valore simbolico e archetipico, sono entrati nel mito e nella leggenda e, nella storia, leader politici e ordini iniziatici hanno sempre bramato trovarli e possederli. Basti pensare alla Lancia di Longino o al Sacro Graal. Particolarmente rispettati e temuti erano anche gli Hierà di Eleusi, gli oggetti sacri e "di potere" della più grande e longeva Tradizione misterica e spirituale del mondo antico; oggetti avvolti nel più impenetrabile segreto, sui quali molto è stato favoleggiato, ma sui quali mai, storicamente, è stata fatta chiarezza. Lo storico ed iniziato eleusino Nicola Bizzi per la prima volta ce ne offre un'avvincente panoramica ed interpretazione.
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