Gli Implaccabili sono stati - e sono - così tanti che hanno costretto a un sequel.Dicono sia il sintomo di un successo iniziale e tutto sommato è stato proprio così. Forse non sarà l’unico perché il pianeta ovale è più grande di Giove, più misterioso di Marte, più ammantato di nebbie da squarciare di Mercurio, più fascinoso del Parnaso dipinto da Mantegna. E così, se il professor Umberto Eco si è lanciato nella classificazione delle terre e dei luoghi leggendari, è venuto naturale proseguire su questa strada di uomini e fatti che leggendari non sono, ma che il trascorrer del tempo sta mutando in ruvidi semidei, in momenti che val la pena tornare ad accarezzare. La nostalgia non è tristezza, è solo l’amo per ripescare dentro di noi Nelson Mandela che diventa Springbok, Jean Prat che smonta gli All Blacks, Danie Craven che, come lo zio Sam, invita ad arruolarsi, i Natives che giocano una partita lunga un anno e mezzo. Tra gli attori de “Gli Implaccabili 2” ci sono anche loro e non solo loro.