Qual è il rapporto tra gli uomini ed i loro amici a 4 zampe? Cosa c’è dietro l’amore per gli animali domestici? Migliori amici, cani e gatti (ma non solo, anche coniglietti nani, pappagalli, ecc.), oggi vengono amati come figli.
Perché abbiamo tanto bisogno di loro? C’è un’origine biologica nell’amore per il nostro “pelosetto”? E cosa succede nel cervello quando si interagisce col proprio animale domestico? L’autrice l’ha domandato a giornaliste e wags che hanno raccontato aneddoti speciali della loro esperienza di vita vissuta.
Il cane è sempre stato “il migliore amico dell’uomo” e da secoli i gatti fanno parte delle nostre vite: un amore intenso, quasi viscerale, ci raccontano. C’è una base biologico-evoluzionistica: quando siamo con gli animali si attivano le parti del cervello che alimentano la felicità: dopamina e ossitocina. Gli scienziati hanno mostrato che quando si accarezza un cane si attivano le stesse aree del cervello che si attivano quando si accarezza un neonato. Insomma: è un contatto terapeutico, è come se gli animali ci regalassero la felicità.
I pelosetti sono riusciti a colmare anche le nostre infelicità, soprattutto durante il lockdown. Specie quando le relazioni erano sempre più a distanza, sono stati la nostra possibilità di vivere un amore fisico, con quel contatto che con gli umani era sempre più vietato. I dati e le statistiche dicono che durante i periodi di lockdown 3 milioni di italiani hanno fatto entrare in casa un amico a quattro zampe.
Prefazione di Simona Ventura
Perché abbiamo tanto bisogno di loro? C’è un’origine biologica nell’amore per il nostro “pelosetto”? E cosa succede nel cervello quando si interagisce col proprio animale domestico? L’autrice l’ha domandato a giornaliste e wags che hanno raccontato aneddoti speciali della loro esperienza di vita vissuta.
Il cane è sempre stato “il migliore amico dell’uomo” e da secoli i gatti fanno parte delle nostre vite: un amore intenso, quasi viscerale, ci raccontano. C’è una base biologico-evoluzionistica: quando siamo con gli animali si attivano le parti del cervello che alimentano la felicità: dopamina e ossitocina. Gli scienziati hanno mostrato che quando si accarezza un cane si attivano le stesse aree del cervello che si attivano quando si accarezza un neonato. Insomma: è un contatto terapeutico, è come se gli animali ci regalassero la felicità.
I pelosetti sono riusciti a colmare anche le nostre infelicità, soprattutto durante il lockdown. Specie quando le relazioni erano sempre più a distanza, sono stati la nostra possibilità di vivere un amore fisico, con quel contatto che con gli umani era sempre più vietato. I dati e le statistiche dicono che durante i periodi di lockdown 3 milioni di italiani hanno fatto entrare in casa un amico a quattro zampe.
Prefazione di Simona Ventura